Consigli pratici...

Come vengono descritte le escursioni

Gli itinerari sono così descritti: ad alcuni brevi appunti tecnici elencati sotto il titolo (dislivello, tempo di percorrenza ecc..) aggiungerò a volte delle brevi note personali, il modo in cui raggiungere il punto di attracco del sentiero e una descrizione sommaria del percorso da effettuare.

Vediamo ora uno per uno i punti salienti delle descrizioni:

-Dislivello: indica quanto si dovrà salire. Solitamente il dislivello in salita e in discesa coincidono, qualora non fosse così indicherò separatamente il dislivello in salita e il dislivello in discesa. 
Il dislivello non è semplicemente la differenza di altitudine tra il punto di arrivo e quello di partenza, ma è il dislivello completo considerando anche altri eventuali saliscendi che si effettueranno.

-Tempo di percorrenza: descriverò sia il tempo necessario per la salita, sia quello per la discesa. I tempi sono sempre considerati per un escursionista medio, e non tengono conto di eventuali soste. 

-Difficoltà: descritta in dettaglio più avanti.

-Segnaletica: lo stato della segnaletica è un fattore essenziale da valutare nella scelta di una escursione (sopratutto se si non si è esperti). Poichè la segnaletica può essere di vario tipo, descriverò anche il tipo (colore, forma ecc...) e lo stato su terreno (visibile, scolorita ecc...).

-Sviluppo planare: indicano i km percorsi complessivi tra andata e ritorno. 

-Quando: alcuni sentieri non sono praticabili d'inverno per la ovvia presenza di neve. Comunque il periodo di copertura nevosa varia in funzione dell'altitudine in cui si sviluppa il percorso e da altri fattori (es. l'esposizione a nord).

-Cartografia: Come ottenere la mappa della cartina del luogo?  Approfondirò il discorso della cartografia più avanti.


La descrizione dell'itinerario proseguirà quindi con un mio breve commento personale.


Come arrivare: indica il punto di attracco del sentiero, cioè dove dovremo parcheggiare l'automobile, prendere il nostro zaino e procedere a piedi. dove possibile indicherò anche l'altitudine precisa del punto di partenza, in modo da permettere la taratura dell'altimetro.

Descrizione del percorso: Il cuore delle escursioni che descrivo. Le spiegazioni non sono eccessiavamente descrittive poichè vogliono solo essere una "traccia" da seguire con i punti salienti, non una guida che deve condurre passo passo l'escursionista. Descrizioni troppo dettagliate sono infatti piuttosto inutili. Imparate a "leggere" l'ambiente intorno a voi. Infatti, sebbene in alcuni sentieri la segnaletica sia ben fatta (tanto da rendere spesso inutile qualsiasi raffinato senso dell'orientamento e carta topografica!!), è sempre bene avere consapevolezza dell'ambiente che si sta attraversando.
Importante, essenziale per alcune escursioni, avere una carta topografica del luogo.


Come scelgo il sentiero?

Chiaramente la primissima cosa da tenere in considerazione è il vostro gusto, ma una volta deciso provate a leggere criticamente la descrizione dell'escursione per valutare eventuali criticità. La vostra escursione deve essere un momento di divertimento e non deve trasformarsi in un tour de force!

La scala delle difficoltà:

Stabilire oggettivamente quale sia il grado di difficoltà di un percorso non è possibile. La difficoltà dipende dalla preparazione fisica del soggetto e dalla sua esperienza. Rimane tuttavia vero che alcune considerazioni oggettive relative al tipo percorso possono essere fatte, e ciò permette di determinare approssimativamente una scala di difficoltà. Di seguito riporto quella adottata dal CAI (club alpino italiano). Aggiungerò dei brevi commenti personali.

T = Turistico.

Itinerari che si sviluppano su stradine, mulattiere o comodi sentieri. Sono percorsi abbastanza brevi, ben evidenti e segnalati che non presentano particolari problemi di orientamento. Non richiedono particolare esperienza o preparazione fisica. 

Sono effettuabili anche da bambini. Non necessitano di attrezzatura particolare. Il dislivello totale non supera i 500 metri (ma non tutti i sentieri con meno di 500 metri di dislivello sono T!!).


E = Escursionistico

Itinerari che si svolgono su sentieri in genere segnalati, ma di maggior impegno fisico e di orientamento. Si snodano su terreno vario (boschi, pascoli, ghiaioni, ecc..). Possono esservi brevi tratti con neve, facili e non pericolosi in caso di scivolata. 

Sono escursioni che possono svolgersi su pendii ripidi, anche con brevi tratti esposti. Questi sono però abbastanza protetti (barriere, reti) o attrezzati (cavi, brevi scalette, pioli) e non richiedono l'uso di attrezzatura alpinistica.

La maggior parte delle escursioni che descrivo appartengono a questo livello di difficoltà. Generalmente il dislivello è superiore a 500 metri. Sono molto consigliate le racchette da trekking, scarpe e calze adatte. Quasi tutti possiamo affrontare sentieri di questo tipo, per i meno esperti l'importante è farlo dandosi tempo e facendo frequenti pause. 


EE = Escursionisti Esperti

Itinerari non sempre segnalati e che richiedono una buona capacità di muoversi sui vari terreni di montagna. Possono essere sentieri o anche labili tracce che si snodano su terreno impervio o scosceso, con pendii ripidi e scivolosi, ghiaioni e brevi nevai superabili senza l'uso di attrezzatura alpinistica.
Necessitano di una buona esperienza di montagna, fermezza di piede e una buona preparazione fisica.

Occorre inoltre avere un equipaggiamento ed attrezzatura adeguati, oltre ad un buon senso dell' orientamento.

Raramente descriverò questo tipo di sentieri.  Si tratta di percorsi con dislivello anche superiore  a 1000 m, molto faticosi, richiedono una discreta preparazione: fiato, gambe allenate, conoscenza della montagna ecc.

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Ok..dicevamo che la scala difficoltà non dice tutto, quindi come faccio a capire se un escursione fa per me o no? Ecco alcuni consigli:


1- Valuta il dislivello totaleIl dislivello indica quanta salita, ed eventualmente quanta discesa, vi aspetta. Il dislivello vi dice grosso modo quanto sarà “faticosa” la marcia. Considerate questo: un escursionista mediamente allenato riesce ad affrontare in una giornata 1000 metri di dislivello, per poi tornare a casa ed andare a cena con gli amici. 

Ecco una mia personale scala di difficoltà:

  


2- Valuta i tempi di percorrenza.   Camminare per molte ore può essere stancante, anche se i dislivelli non sono eccessivi. Considerate sempre congiuntamente i tempi di percorrenza con il dislivello, brevi tempi di percorrenza possono far pensare ad un percorso facile, ma se il dislivello è molto vorrebbe anche dire che camminerete su un terreno fortemente inclinato..e quindi sarà molto faticoso!

Velocità in piano:

In città, su strada o marciapiede, una persona viaggia a circa 4-5 km/h. Ma in montagna, dove raramente troverete condizioni ideali, la velocità di marcia scende notevolmente. Su sentiero si viaggia mediamente a circa 2,5 km/h. 

Velocità in salita:

In salita i tempi di percorrenza si calcolano per dislivello. 
In linea di massima una buon camminatore (compreso il sottoscritto) copre 100-150 metri di dislivello in 20 min, e riesce a mantenere questa andatura per 3-4 ore con brevi pause di 5 min ogni ora. 

Sulla base di quanto detto dovreste essere ora in grado di valutare i tempi che vi occorreranno per effettuare un certo percorso.

3- Il clima.  Viaggiare in autunno o inverno vuol dire avere giornate molto più corte, e questo deve incidere sulla scelta del percorso. Evitate percorsi troppo lunghi (> 4-5 h), sarebbe difficile portarli a termine prima di notte. Evitate anche altitudine troppo elevate, oltre al freddo, potreste incontrare neve! Al contrario d'estate, evitate percorsi troppo assolati: il sole in montagna può cuocere più che al mare!

4- Il tipo di terreno . Provate ad immaginarlo mentre leggete la descrizione del percorso. Provate ad evidenziare eventuali punti critici cercando di commisurarlo alle vostre capacità.

L'allenamento

Serve una preparazione particolare per fare delle escursioni?


Questa è una domanda che mi è stata posta molte volte. La risposta è no per la maggior parte delle escursioni che descrivo in questo blog!
Tuttavia bisogna avere l'attitudine a camminare ed avere un pizzico di spirito di sacrificio; tutte cose che se state leggendo questo blog probabilmente avrete!

Altre precisazioni vanno fatte..

Fare escursionismo è comunque una attività che richiede energie, a volte molte. Se siete degli escursionisti occasionali, l'allenamento non vi servirà, quelle volte che andrete vorrà dire che farete percorsi più semplici (vedi avanti) e vi prenderete molto tempo in modo da camminare tranquilli e senza sforzarvi. 
Se invece avete intenzione di approcciarvi all'escursionismo con una certa frequenza (per esempio farlo tutte le settimane nei week-end o fare un trekking sulle Alpi ecc.), e se non siete abituati a fare attività sportiva, è opportuno allenarsi, abituare il fisico, sottoponendolo gradualmente a sforzi maggiori.
Ecco alcuni consigli:


Regola d'oro: scordatevi ascensore, automobile/mezzi pubblici per brevi spostamenti (inferiori a 1,5 km). Camminate il più possibile insomma. Cercate di fare almeno 8000 passi al giorno. Il fiato ne gioverà, così come le vostre gambe che cominceranno ad irrobustirsi.

Organizzate una escursione con dislivello complessivo di max 300 metri e non più lunga di 3-4 ore. Riuscite a fare 100 metri di dislivello in 20 min?Se si allora saltate tranquillamente il punto 1. Se no cominciate da quello.

1- Durante la prima settimana organizzate un paio di camminate lunghe, anche senza dislivello, da circa 5 km l'una. Il fine settimana organizzate invece una escursione di 300-400 metri di dislivello. Ancora non riuscite a fare 100 metri in 20 minuti? Allora fate lo stesso allenamento fino a che non riuscirete a coprire 300 metri di dislivello in 1 ora max.

2- La seconda settimana camminate per almeno 15 km (7,5 km a camminata). In più organizzate una escursione di 500 metri.

3- La terza camminate per almeno 20 km. Organizzate una escursione di 700 metri.

4- La quarta settimana camminate per 25 km. Organizzate una escursione di 900-1000 metri.

Regola d'oro: il ritmo da tenere è quello che vi permette, durante la camminata, di parlare con il vostro compagno senza tirare il fiato. Se non riuscite diminuite la velocità!

Naturalmente vanno bene anche altre attività, come andare in bicicletta, correre ecc..

Ok..ora ci siamo, siete pronti!

La segnaletica


Ho già accennato al fatto che. se siete poco esperti, un fattore essenziale da controllare quando si sceglie un itinerario è lo stato della segnaletica sul terreno. Ma come sono fatte queste segnaletiche?

I percorsi in montagna possono essere segnati in vario modo e con vari colori e segni (a volte con fin troppa fantasia!) ma le migliori segnaletiche e le più affidabili sono quelle curate dal CAI (Club Alpino Italiano). Il CAI ha un solo modo di segnalare il sentiero: con le bandierine bianche e rosse dipinte su alberi, rocce, paletti di legno ecc... A queste si affiancano indicazioni di supporto, come dei cartelli segnavia agli incroci di sentieri ecc...

Vediamoli in dettaglio (foto più avanti):

Segnavia bianco rosso
Indicano la continuità del sentiero, piazzati su tronchi di alberi, sulle rocce o su altri elementi del territorio, hanno dimensioni di circa 8x15 (ma se ne trovano anche di più grandi). Se li vedete vuol dire che siete sul sentiero giusto, che state seguendo un tracciato "ufficiale". Solitamente si trovano a distanza ravvicinata l'uno dall'altro, ma su sentieri in cui la possibilità di perdersi sono minime (ad esempio su stradelli visibili) possono anche essere distanziati di alcune centinaia di metri.  

Segnavia con numero
Indicano il numero del sentiero che stiamo seguendo e la continuità dello stesso.

Tabella segnavia
Di solito sono delle frecce in legno, montate su pali all'incrocio di sentieri. Indicano la direzione del sentiero da percorrere, il numero dello stesso e i tempi per raggiungere la o le località riportate. I tempi sono in ore e si riferiscono ad un escursionista medio, tenendo conto anche di eventuali brevi pause (in ogni caso non prendeteli troppo alla lettera, più volte mi sono capitati tempi completamente sbagliati.)



Ok, questi sono i segnali più usati, e quelli più affidabili. Perchè il CAI segna i sentieri? Per favorire l'escursionista e fargli conoscere luoghi belli, per indirizzare i flussi turistici e allo stesso tempo tutelare la natura del posto.
Ma il CAI non è l'unico a segnalare i sentieri, per esempio, alcuni Parchi utilizzano una loro segnaletica: solitamente va ben anche questa, purchè sia riconosciuta e affidabile.


Detto questo sembrerebbe tutto rose e fiori, scelgo un sentiero, ho letto che è segnato, prendo e vado...purtroppo non è sempre cosi!!

I problemi principali che si incontrano sono:

Segnaletica scolorita

La vernice usata per disegnare le bandierine si scolorisce a contatto con gli agenti atmosferici, il legno delle tabelle segnavia si spacca, e la vernice si stacca rendendoli illeggibili...sono tutti problemi molto frequenti, a cui c'è solo una  soluzione: la manutenzione della segnaletica, che spesso però non viene fatta.
Solitamente le bandierine bianche-rosse sono visibili anche da scolorite, ma oltre un certo limite non lo saranno più.

Segnaletica mancante

Spesso succede di leggere che un sentiero è segnato, ma poi sul posto ci si accorge che non lo è, una situazione veramente frustrante. A meno che non conoscete il sentiero o siete degli esperti lasciate stare.

Altri segni

A meno non siate sicuri della bontà di un certo tipo di seganletica, non seguite segni blu, gialli o altri. Questi spesso indicano sentieri forestali non escursionistici.
Potete invece fidarvi delle frecce rosse dipinte che spesso si incontrano (a me a volte è capitato più volte di trovarle al posto di una bandierina CAI).
Stesso discorso per i segni rossi, spesso sono utili, ma accertatevi sempre della loro affidabilità.

In definitiva, nel mio blog, descrivo sempre lo stato della segnaletica ma prendete sempre le informazioni con le molle, e usate sempre una bella dose di buon senso!

Non ci si deve mai fidare cecamente della segnaletica, l'ambiente in cui ci si muove va capito, e questo ve lo consentirà solo una buona dose di esperienza.


L'arte di non perdersi, ovvero "so sempre dove mi trovo".

L'abbiamo detto poco fa, anche quando si segue un sentiero ben segnato e all'apparenza facile e senza problemi di orientamento è opportuno tenere la mente "sveglia" e leggere l'ambiente intorno a se, annotare (a mente) i dislivelli e rendersi conto della direzione che si sta seguendo. Queste cose che potrebbero sembrare scontate, e nel 99% dei casi inutili si potrebbero rivelare fondamentali in casi particolari, come ad esempio se si smarrisce la strada per presenza di nebbia o se per qualche motivo si è costretti a fare una deviazione ecc...
Ma l'escursionista consapevole va oltre, non si fida solo dei suoi sensi e porta con se due alleati fondamentali: la carta topografica e bussola.

Carta topografica

La carta topografica è una rappresentazione simbolica e semplificata della superficie terrestre, ottenuta mediante proiezione su di una superficie piana (il foglio di carta) e in scala ridotta. Per la pratica escursionistica sono necessarie carte con scala 1:25000 o al massimo 1:50000. Scala 1:25000 vuol dire che 1 cm sulla carta corrisponde a 250 metri nella realtà. 

Regola d'oro: per sapere a quanti metri corrisponde 1 cm sulla carta basta togliere i due ultimi zeri al denominatore della scala stessa, semplice no?

Le carte topografiche si possono acquistare online o in libreria o nei negozi di articoli di montagna, e nemmeno a dirlo, devono essere specifiche della zona in cui si svolge l'escursione. Cioè, se vado a fare una escursione sul Monte Terminillo è chiaro che dovrò procurarmi una mappa dei Monti Reatini. 
Su queste carte troverò descritti i sentieri, le montagne, i fiumi, le sorgenti, tutto quello che mi può essere utile per riconoscere l'ambiente in cui mi trovo. 





















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