Sul crinale della valle incantata

Monte Padiglione (1627 m) da Verrecchie

Dislivello: 650 metri
Tempo di salita: 2 ore
Tempo di discesa 1 ora e 30 min
Difficoltà: E
Segnaletica: Sentiero segnato bianco-rosso, giallo-rossa, bollini rossi e frecce blu.
Sviluppo planare: 10 km
Quando?Da Maggio a Novembre
Cartografia: "Monti Simbruini" Ed. Il Lupo

Note alla segnaletica: Il sentiero non è segnato nel migliore dei modi. La prima parte, fino al percorso di cresta, ha una segnaletica bianco-rossa un po troppo rada e a tratti scolorita, a cui si alternano anche altri segni. Dal valico in poi, i segni bianco-rossi sono rari e a questi si sostituisce invece la presenza di bollini rossi, pure frequenti, che però non fanno pienamente il loro dovere. Fortunatamente l'intero percorso è molto intuibile e segue un tracciato evidente. In cresta la difficoltà è ridottissima, in quanto la vetta si guadagna per un pendio erboso in cui è quasi impossibile smarrirsi.

Il monte Padiglione è probabilmente la vetta più interessante dei Monti Carseolani, una serie di dolci montagne che rappresentano il versante abruzzese dei Monti Simbruini. Come i "cugini" laziali, alle modeste altezze, compensano con boschi spettacolari e vedute di prim'ordine. Il Monte Padiglione non fa eccezione: la prima parte del percorso, interessante, ma non spettacolare, cede il passo quando improvvisamente si apre il panorama sulla Val Dogana, pianoro carsico tra i più spettacolari che si possano vedere. Cavalli e mucche al pascolo, stormi di grifoni che volteggiano in cielo, le faggete dei Simbriuni al di la, all'improvviso si viene catapultati in un luogo senza tempo. La salita alla cresta, veloce e non faticosa, è altrettanto bella, con l'orizzonte che si apre e ci regala nuovi panorami. Dalla vetta, la vista del massiccio del Velino, aspra e rude ci regala un contrasto tar i due versanti degno di un dipinto. 

Come arrivare

Il paesino di Verrecchie (AQ), si raggiunge da Tagliacozzo o da Avezzano, seguendo la SP23. Per chi proviene da Tagliacozzo, superarta la Piccola Svizzera (stazione sciistica) trova il paese sulla destra. Per chi provine invece dal Avezzano, segue le indicazioni per Capistrello, poi Cappadocia e salendo lungamente nell'alta valle del fiume Liri, trova il paese sulla sinistra. Entrati nel paese, salendo per via Strada Nuova si raggiunge uno spiazzo molto bello con una fonte e alcuni indicazioni per i sentieri CAI. Parcheggiate in zona. 

Descrizione del percorso


Dalla fonte (1000 metri), dove si è parcheggiato, si comincia a salire per il paese seguendo i segnavia. L’inizio del sentiero vero e proprio è sulla sinistra della chiesa di Sant’Egidio, ora restaurata, risalente al XII secolo. La breve rampa a fianco della chiesa in cemento finisce, si devia a sinistra sulla sterrata nei pressi di un edificio dell’acquedotto e sulla destra del cancello si imbocca il sentiero (segnavia evidente) che si inoltra nella macchia rigogliosa. Si supera un primo bivio per la sorgente (sentiero n° 4, segnavia evidente su un masso) e si continua sul sentiero che ora andando verso destra costeggia una bassa parete di roccia. Ad un altro bivio, si tralascia la deviazione sulla destra (il sentiero porta a delle antenne ben visibili) e si continua invece dritti. Il percorso continua quindi alternando tratti scoperti e tratti in piccoli di boschetti, a mezzacosta, regalandoci bei colpi d’occhio sul boscoso versante nord-ovest del Mt. Padiglione. Continuando a mezzacosta si aggira un cocuzzolo roccioso (attenzione, il sentiero è molto sassoso) e si entra in una faggeta, che con percorso sempre evidente si porta su un bel pianoro erboso, proprio sotto il Passo delle Fossette. Qui i segni non si vedono, ma il piccolo pianoro va attraversato completamente puntando verso il “dosso” (sud-ovest) da cui, una volta superato, si guadagna il Passo (1380 metri, 1.15 ore). Da qui, il panorama è meraviglioso sulla Valle Dogana e i boscosi Monti Simbruini più in là.

Il sentiero a questo punto devia a sinistra e comincia a salire sulla cresta (non seguite le invitanti tracce che portano sul pianoro). La cresta all’inizio sassosa e poi erbosa non è difficile da seguire: i bollini rossi sulle pietre fanno il loro lavoro abbastanza male, ma cercate di non allontanarvi mai dal filo di cresta e rimanete sempre con la faggeta alla vostra sinistra e il ripido pendio sulla destra; la salita, inoltre, è gratificante per i panorami via via sempre più ampi che si godono. Il sentiero, complessivamente traversa tre brevissime fascette di bosco: alla prima, molto breve, segue un tratto scoperto, una seconda fascia di bosco, dove il sentiero fa alcune svolte, un altro tratto scoperto e un altro boschetto, caratterizzato dall’avere su un albero, ben visibile, una freccia rossa indicante il sentiero. Usciti da quest’ultimo boschetto, ormai sulla cresta sommitale, in pochi passi si raggiunge la croce di vetta (45 minuti, 1627 metri). Il panorama, aperto a 360° comprende verso sud-ovest le vette dei Simbruni (Monte Autore e Monte Tarino,) i suoi bellissimi boschi e Camporotondo. Verso est la piana del Fucino, mentre verso nord-est, l’impressionante piramide del Monte Velino. Visibile anche il paesino di Verrecchie e la chiesta di Sant’Egidio. La discesa, si fa per l’itinerario dell’andata (richiede circa 1 ora e mezza), e non presenta  difficoltà alcuna, se non per una carenza di segnaletica in questa direzione, ma non dovreste avere comunque problemi a seguire il tracciato dell’andata.

Foto: 


Inizio del sentiero.


Il boscoso e ripidissimo versante nord-ovest del Mt. Padiglione. 


Lo spettacolo offerto dalla Valle Dogana


La boscosa cresta del Padiglione


La particolare croce di vetta


Panorama verso Camporotondo

Sulla sinistra il Monte Autore, sulla destra il Monte Tarino (la cresta seghettata), in basso la Valle Dogana.

Panorama sulla Valle dell'alto Liri. In lontananza, sulla sinistra, Roccacerro, mentre in basso a destra, Verrecchie.













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