I Monti Lepini

Perché visitarli?

Finalmente la foresta si aprì. Davanti a me lo spettacolo della costa, il tappeto scintillante delle paludi pontine, le risplendenti isole di Ponza: uno spettacolo tra i più belli d’Italia”. Queste sono le parole con le quali lo storico tedesco Ferdinand Gregorovius descriveva i “Monti dei Volsci” nell’ottocento. 
A portata di mano da Roma, dalla Ciociaria e dalla costa, questi monti offrono al viaggiatore magnifici boschi, paesaggi fantastici e atmosfere uniche. Il viaggiatore godrà di passeggiate impegnative ma mai troppo faticose e sarà sempre rinfrancato dalle magnifiche vedute che si godono dalle vette. Allo spettacolo naturalistico si deve associare inoltre la piacevole visita ai paesi che sorgono su questi Monti (Sermoneta e la magnifica oasi di Ninfa e poi Norma, Segni, Carpineto Romano, Patrica, Supino, Gorga e molti altri...) ricchi di storia e cultura. 
Anche se non sono sede di un Parco (proposto ma mai istituito) queste montagne mantengono ancora una notevole integrità, rivelandosi in alcuni frangenti, addirittura selvagge.


Vista dei Monti Lepini dal Monte Artemisio (Colli romani).


Una breve introduzione

I monti Lepini sono un gruppo di montagne di media altezza facenti parte dell’Antiappennino laziale a circa 50 km a sud di Roma. Completamente distaccati dalla catena principale dell’Appenino dalla valle del fiume Sacco (Ciociaria) sono compresi tra le provincie di Roma, Latina e Frosinone. 

Da un punto di vista geologico i monti Lepini sono costituiti da due dorsali, una sud-occidentale (la maggiore) e l'altra nord-orientale, divisi dalla profonda e incassata Valle Carpinetana. La catena sud- occidentale è costituita, tra gli altri, da Monte Lupone (1378), Monte Belvedere (m 1258), il Monte Capreo (m 1461), il Monte Erdigheta (m 1336) e dal Monte Semprevisa, massima elevazione dei monti Lepini. La catena nord-orientale è invece costituta da Monte Favilozzo (m 1283), Rocca San Marino (m 1387), Monte Alto (m 1416), Sprone Maraoni (m 1328), Monte Malaina (m 1480); Monte Gemma (m 1457), Monte Salerio (m 1439) e Monte Cacume (m 1095).
Si tratta di montagne risalenti al periodo Cretacico. La loro costituzione, prevalentemente calcarea è resa evidente dai fenomeni carsici. A titolo di esempio si ricordano le piane carsiche di Pian della faggeta (Carpineto Romano), la Piana di Segni (Segni) e la pian della Croce (Supino). Il carsismo è evidente anche nei numerosi inghiottitoi (inizio di una “galleria” in cui vengono convogliate le acque nel sottosuolo) e pozzi presenti in tutta la zona (se ne contano circa 200) e per la presenza di doline (depressioni ad imbuto, a pianta circolare o allungata). Gli effetti carsici sono infine visibili anche nei karren (solchi sub-paralleli che si formano nella roccia in seguito alla dissoluzione di queste da parte dell’acqua piovana).
La presenza di fenomeni carsici fa si che l’acqua si inabissi nel sottosuolo facendola sgorgare alle pendici dei monti (es. Acqua di Mezzavalle) o in pianura (es. sorgente di Ninfa).


Geograficamente confinano a nord con i Colli Romani, ad est con la valle del Sacco, a sud con i Colli Seiani (dorsale collinare che li collega ai Monti Ausoni), a sud-est con la valle dell'Amaseno e ad ovest con l'Agro pontinoLa catena sud-occidentale dista dal mare solo circa 30 km, essendo separata da questo solo dalla pianura pontina. 






Il clima, dovuto alla diversa esposizione delle due catene, non è omogeneo. L’unica caratteristica comune è l’elevata piovosità, dovuta peraltro proprio alla notevole vicinanza dei rilievi al mare. La ragione di tale piovosità è la seguente: l’aria calda e umida proveniente dalla costa raggiunge il versante sud-occidentale, dove viene sospinta dalle correnti ascensionali fin sulle vette dove, all’incontro con l’aria più fredda qui presente, condenserà a formare nuvole; raggiunta la “maturità” queste daranno luogo a precipitazioni. Peraltro, le piogge spesso si scaricano sul versante nord delle montagne, dove la relativa calma favorisce le precipitazioni. I fenomeni a carattere nevoso sono presenti soprattutto sulle vette maggiori tra Dicembre e Gennaio.  

Dal punto di vista naturalistico i monti Lepini sono molto interessanti, sono, infatti, ricchi di specie vegetali e animali. Parlando di flora, sul versante occidentale, dove i pendii si affacciano direttamente sulla pianura Pontina prevalgono le specie vegetali che prediligono un clima mediterraneo: ecco comparire ginestra, fico d’india, orniello e castagno.  Nei versanti orientali e interni invece sono presenti specie adatte a temperature più basse: alle splendide faggete si associa un sottobosco costituito da biancospino, dafne, felce. Un po’ ovunque sono anche presenti delle meravigliose leccete.
E sul versante faunistico? Onnipresente la presenze del cinghiale, tasso, volpe, lepre e molti tipi di roditori e rettili, tra cui l’innocuo saettone (Elaphe longissima). Presente anche la vipera (a differenza di quello che si crede, raramente il suo morso risulta essere letale). Una menzione meriato anche gli anfibi, dove oltre a rane e rospi è presente la salamandra dagli occhiali (Salamandrina tergiditata). L’osservatore attento osservando il cielo potrebbe scorgere il gheppio, il lanario, la poiana, il nibbio. Confermata anche la presenza dell’Aquila reale nidificante sulle pendici del Monte Gemma. Naturalmente alla lista degli animali vanno aggiunti anche pecore, mucche e cavalli lasciati al pascolo. Il loro incontro è abbastanza comune ed il viaggiatore è spesso accompagnato nel suo cammino dal suono famigliare dei campanacci di questi animali.


Discorso a parte merita un altro animale: il lupo. La popolazione stanziale sui monti Lepini è stimata in 5-6 individui. Praticamente impossibile da incontrare, non costituisce certo un pericolo per il viaggiatore, a differenza dei numerosi cani randagi, presenti in numero molto maggiore! 

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